L’ansia è l’emozione che fa sentire tesi, con un nodo allo stomaco e con pensieri che non smettono di girare nella nostra testa. L’ansia mette in allerta per qualcosa che potrebbe accadere, anche quando in realtà non c’è un pericolo concreto o immediato. Provare a convincersi che non c’è motivo di preoccuparsi non serve: il corpo continua a reagire come se questo pericolo ci fosse davvero.
La differenza con la paura è proprio questa: la paura ha un oggetto specifico, l’ansia no. È una tensione che si lega a qualcosa di incerto, difficile da definire o da controllare.
In piccole dosi l’ansia ci aiuta: ci fa essere attenti e reattivi. Ma quando cresce troppo, l’ansia cambia faccia: invece di proteggerci, ci blocca, ci fa evitare situazioni, rimandare impegni, fino a chiuderci nel nostro circolo di preoccupazioni senza soluzione.
Il punto non è dunque eliminare l’ansia, ma imparare a controllarla senza esserne travolti. È importante riconoscerla e capirne il messaggio, perché spesso dietro quella tensione c’è una parte di noi che sta cercando di essere ascoltata.
Oltre all’ansia “generalizzata”, esistono anche forme specifiche di ansia, come l’ansia sociale, l’ansia da palcoscenico, l’ansia legata allo stress e il panico.
L’ansia sociale nasce dalla paura di essere giudicati o valutati negativamente dagli altri; si manifesta in situazioni in cui ci sentiamo esposti o sotto osservazione.
In questi momenti temiamo di fare qualcosa di sbagliato, di apparire impacciati o di mostrare segni della nostra stessa ansia, come arrossire o tremare.
Mentre nell’ansia in generale temiamo un pericolo o un danno, nell’ansia sociale ciò che ci spaventa è il giudizio degli altri.
L’ansia da palcoscenico è una forma di ansia sociale “limitata alla performance” in cui la tensione appare quando dobbiamo esibirci o parlare davanti a un pubblico.
Spesso riguarda musicisti, attori, insegnanti, ma anche chi deve semplicemente fare una presentazione o sostenere un esame.
Oltre a temere di non riuscire nella prestazione, temiamo il giudizio degli altri; in altre parole, più che la prestazione in sé, ci spaventa l’idea di fare una brutta figura.
Lo stress è la risposta che il nostro organismo mette in atto quando si trova di fronte a un evento che richiede uno sforzo o un forte impegno, come un cambiamento, una scadenza o una difficoltà.
È una reazione utile, ma, quando diventa continuo o troppo intenso oppure quando percepiamo di non avere risorse sufficienti per affrontare una certa situazione, può trasformarsi in una fonte di ansia.
In questo caso il corpo rimane costantemente in uno stato di allerta e non riusciamo più a “staccare”; allora sperimentiamo irritabilità, stanchezza, difficoltà di concentrazione o problemi di sonno.
Il disturbo di panico si manifesta con “attacchi” caratterizzati da sintomi quali senso di paura, mancanza d’aria, oppressione al petto e sensazione di perdita di controllo; a volte possiamo avere la percezione di stare per svenire, di impazzire o addirittura di morire.
Questi episodi si presentano spesso senza un motivo apparente e proprio questa imprevedibilità alimenta la paura che possano tornare.
Col tempo può comparire l’ansia anticipatoria, cioè la paura di avere di nuovo un attacco, che porta a evitare luoghi o situazioni considerate a rischio, andando a condizionare la nostra vita.
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Sono formato nelle tecniche di gestione dell’ansia e insieme lavoreremo sull’interrompere il circolo vizioso dell’ansia, in modo da abbandonare quel senso di impotenza che fa pensare continuamente a quello che non va e al fatto che non ci sentiamo capaci di affrontarlo.
Impareremo tecniche di rilassamento, esercizi per controllare le sensazioni spiacevoli e infine eviteremo l’instaurarsi di ricadute.
