Creare uno spazio utile nella relazione di coppia

Purtroppo un certo romanticismo ci ha consegnato l’idea che due persone che si amano non hanno bisogno di tante parole e che, grazie all’amore, diventano una cosa sola.
Questa idee però sono molto pericolose perché rischiano di confondere i confini tra sé e l’altro.
A volte abbiamo paura a fare qualcosa da soli perché temiamo che l’altro possa pensare che non lo amiamo più, che non è capace, che preferiamo frequentare le amicizie, ecc.
Altre volte invece pensiamo che tutto sia più bello se è fatto insieme solo per nascondere un nostro bisogno di indipendenza o per controllare l’altro o per paura della separazione.
Ecco che allora rischiano di insorgere rancori, incomprensioni, gelosie, sabotaggi, oppure il “noi” diventa talmente dato per scontato che ci si riconosce solo in esso, smettendo di curare il nostro “sé”.
Parlare, domandare, avere degli interessi personali, uscire da sol*, non significa che non ci si vuole abbastanza bene; significa che stiamo riconoscendo l’altro, che gli stiamo dando spazio per dispiegare la sua autonomia e che tale spazio lo stiamo prendendo anche noi.
Si parla tanto di comunicazione di coppia, ma non c’è comunicazione se prima non riconosciamo l’altro nella sua individualità.
C’è un “noi” ma c’è anche un “sé”, quindi creiamo spazio. Ma anche per un ulteriore motivo.
Solo se lasciamo a noi e all’altro degli spazi di autonomia e solitudine – anche di solitudine, non nel senso di abbandono, ovviamente, ma di tempo per il sé -, poi ci potrà essere di nuovo un incontro.
Incontrarsi è qualcosa da recuperare e che molte coppie dimenticano perché non si separano mai (oppure sono sempre separate, che è l’altra faccia della medaglia).
E l’incontro non è quando ci scontriamo o cerchiamo a tutti i costi un compromesso o una fusione: l’incontro è un ritrovarsi in uno spazio riconosciuto e condiviso – la coppia – ma che non è l’unico spazio in cui si svolge la nostra vita.
Come dice Kalil Gibran, “restate uniti, ma non troppo vicini, perché la quercia e il cipresso non possono crescere l’una all’ombra dell’altro”.

